IL PENSIERO POSITIVO DI LOUISE HAY


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ORIGINI DEL PENSIERO POSITIVO DI LOUISE HAY

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di Laura Rita

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Louise Hay
Louise Hay

Il successo

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Nel 1980 torna nella sua nativa California, dove mette a frutto la sua eccezionale esperienza aiutando la gente. Nel 1984, pubblica il già citato “Puoi guarire la tua vita”, in cui con rinnovata convinzione spiega come le idee e i pregiudizi che abbiamo nei confronti di noi stessi siano la causa principale dei nostri problemi emozionali e delle nostre malattie fisiche, e come quindi sia possibile cambiarli e “guarire” nel senso più profondo, nel corpo come nello spirito.

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Fonda la sua casa editrice, la Hay House, e, nel 1985, si dedica ai malati di AIDS; il piccolo gruppo iniziale arriverà a contare ben 800 partecipanti, e diviene noto come “The Hay Ride”. Ormai, la Hay, pur continuando a scrivere libri, ha smesso di lavorare 10 ore al giorno sette giorni la settimana.

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“Mi è stato difficile riuscire a trovare del tempo per me stessa”, ha dichiarato in una delle sue rare interviste. “Ho dovuto superare un sacco di sensi di colpa. Così tante persone mi dicono che hanno bisogno di me… È davvero difficile dedicarsi a se stessi quando gli altri ti dicono così, ma è fondamentale. Se non amo me stessa e non mi prendo cura di me stessa nel migliore dei modi, non posso aiutare gli altri”.

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Le radici del pensiero di Louise Hay

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Louise Hay è considerata una esponente di spicco del “pensiero positivo”, nato nell’ambito del movimento chiamato “New Age”. Alcuni elementi innovativi di questo movimento sono per esempio il rifiuto di qualunque verità assoluta, la diffidenza nei confronti dell’idea di “religione” sostituita da quella di spiritualità, il Dio di cui si parla è piuttosto un sottofondo cosmico, un energia immanente e, infine, il rifiuto della nozione di peccato, sostituita da quella di malattia, che può essere superata con un cambiamento di coscienza.

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La Dottrina del New Thought

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Questi movimenti sono riconducibili ad un gruppo di chiese non confessionali americane, esistenti sin dalla fine dell’800, operanti tuttora e raggruppate, sia a livello americano che mondiale, nella International New Thought Alliance, l’Alleanza Internazionale del Nuovo Pensiero. La dottrina del New Thought (nuovo pensiero), è stata definita “misticismo pratico”, in quanto basata sul presupposto che il Regno dei Cieli non si raggiunge dopo la morte, bensì nel “qui ed ora”, perché si trova dentro ognuno di noi.

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In questa visione si conciliano spiritualità e senso pratico, ma anche religione e scienza, non a caso i rami più importanti del New Thought sono rappresentati da chiese chiamate Christian Science (Scienza Cristiana) o Religius Science (Scienza Religiosa). È in quest’ambiente che si sviluppa il pensiero di Louise Hay, che nel suo libro più famoso: Puoi guarire la tua vita riconosce appunto di essersi avvicinata alla spiritualità attraverso la Church of Religius Science, di cui è stata “ministro di culto”.

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Il pensiero di Louise Hay

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Dunque: abbiamo detto che Louise Hay si forma nell’ambiente del Pensiero Positivo. Il Pensiero Positivo non è altro che la scoperta e l’utilizzo del potere creativo del pensiero, un potere normalmente limitato da schemi ristretti e negativi assorbiti nell’infanzia. Il presupposto di base, che è anche uno dei punti di forza della Hay, è che ognuno è responsabile al 100% di tutto ciò che gli accade, nel bene e nel male. Noi “creiamo” le nostre esperienze attraverso i nostri pensieri ma vanifichiamo questo potere creativo accusando gli altri.

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Le Affermazioni Positive

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Per poter usare questo potere è necessario l’utilizzo di affermazioni, anch’esse uno degli strumenti più conosciuti del pensiero positivo, visualizzazioni e esercizi allo specchio. Le affermazioni hanno due precise caratteristiche:

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1 – Sono costruite al tempo presente.

2 – Sono prive di negazioni.

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Gli Esercizi allo specchio

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Gli esercizi allo specchio rappresentano la vera scoperta di Louise Hay. Convinta che la chiave di svolta sia nell’amore per se stessi e per il proprio bambino interiore, Louise Hay inventa uno strumento che trasformi il dialogo interiore in una vera e propria relazione con se stessi. È indubbio che allo specchio, a tu per tu con la propria immagine, consci di quanto questa sia diversa dall’ideale che ci siamo costruiti, sia più facile prendere coscienza del disprezzo per se stessi e quindi si possa trasformarlo in accettazione e approvazione. Inoltre è l’unica occasione in cui ci si può guardare “negli occhi” e quindi dentro, ciò rende più difficile mentirsi e quindi più efficace ciò che di positivo riusciamo a dirci.

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Critiche al Pensiero Positivo di Louise Hay

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Louise Hay si è guadagnata critiche feroci dalla Chiesa Cattolica che, immaginando schiere di persone capaci di far ricorso alla propria forza spirituale per dare senso e forza alla propria vita si vede privata dell’unico potere di delega che ne giustifica l’esistenza e quindi minacciata. Ma altre critiche vengono da ambienti accademici di stampo psicoanalitico. Queste prendiamole in considerazione perché non sono del tutto campate in aria e forse trovano eco in alcuni di noi.

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La sostanza di queste critiche riguarda l’inconscio: come si può credere, dicono, che un pensiero o un’affermazione positiva possa risultare convincente per una persona se questa continua a conservare nel suo inconscio un pensiero che al contrario è negativo? Louise Hay quindi non crede che esiste un inconscio? O crede che l’inconscio sia così stupido da farsi abbindolare da una semplice affermazione quando al suo interno conserva interi ricordi e traumi che la smentiscono?

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Noi non sappiamo cosa Louise Hay risponda a queste critiche, né ci risulta se l’abbia mai fatto, ma possiamo tentare di esprimere la nostra posizione in proposito.

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La nostra posizione

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In nessun caso Louise Hay, proponendo le affermazioni positive incita a negare, rimuovere o ignorare ciò che si oppone all’amore per se stessi. Anzi. Lei stessa esorta le persone a fare un serio e duro lavoro per tirar fuori la rabbia e l’odio per se stessi e gli altri, dando a ciò il significato di una depurazione e di un indispensabile occasione per poter poi conoscere fino in fondo quali siano le offese che abbiamo bisogno di perdonare.

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Essa esorta a prendere coscienza del dialogo interiore negativo, poiché non è affatto vero che ci accorgiamo di averlo, anzi, siamo del tutto inconsapevoli di essere giudicanti, rimproveranti e schiacciati dai sensi di colpa. È l’uso delle affermazioni positive, soprattutto quelle dette a voce alta e davanti allo specchio che ci permettono di “sentire” quanto poco siamo convinti e quindi, per deduzione, quanto invece siamo convinti di non valere niente.

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A questo proposito è utile ricordare il “termometro” inventato da Antonio Mazzetti, che è uno strumento in più, perché ci permette di stabilire il grado della nostra convinzione, di verificare quanta sia la strada da fare e monitorare i nostri progressi.

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È vero, tuttavia, che il rischio di semplificare un processo che è invece doloroso e difficile c’è se si fa un uso superficiale e consumistico dell’opera di Louise Hay. Perché come tutte le idee geniali è semplice. Ma un’idea semplice diventa superficiale solo perché lo è l’intento di chi la utilizza.

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Fonte: http://www.ass-arcano.it/

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Sebastiano

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3 Risposte to “IL PENSIERO POSITIVO DI LOUISE HAY”

  1. marianne89 Says:

    Ciao sono nuova di qui. Trovo questo sito veramente molto bello e utile complimenti. Ho una domanda: ma è possibile coniugare la tecnica Ho’oponopono con il metodo di Louise Hay?

    • Sebastiano Says:

      Certamente, bisogna sempre integrare le proprie conoscenze, e da esse ricavarne il metodo più adatto per noi e per il nostro stadio evolutivo. Ciao. Sebastiano.

  2. Anonimo Says:

    Ciao Sebastiano, sono molto felece di aver troveto questo sito dopo anni di lettura e di addestramenti di louse hay. Amo louse e grazie a lei adesso amo e seguo voi. Voi adesso fate parte del mio mondo Un mondo in evoluzione continua. grazi maria.
    continua


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