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IO NON MI LAMENTO. COME SMETTERE DI LAMENTARSI E MIGLIORARSI LA
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VITA di WILL BOWEN
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Chi è Will Bowen?
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Will Bowen, pastore della Christ Church Unity di Kansas City, letteralmente la Chiesa dell’Unità. Si tratta di una Chiesa di estrazione cristiana, ma che ha poco che vedere con le chiese cattoliche o protestanti alle quali siamo abituati. E’ una Chiesa che si rifà alla corrente del New-Thought, cioè del Nuovo Pensiero, trasformato più tardi nel Pensiero Positivo.
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La Sfida di Will Bowen
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Un bel giorno del 2006 il Pastore Bowen ebbe l’ispirazione di iniziare una vera e propria lotta contro quello che, a ben ragione, lui stimava come il male del secolo. Così, come egli stesso racconta, un mattino, mentre si trovava sotto la doccia, ebbe questa ispirazione: Combattere le lamentele. Quel giorno la sua omelia fu una spiegazione ed un invito ai fedeli ad accettare la sfida di bandire dalla propria vita ogni forma di lamentela. In che cosa consisteva questa sfida? Riuscire ad astenersi da ogni forma di lamentela per 21 giorni consecutivi. Badate bene, 21 GIORNI CONSECUTIVI. Cioè bisogna riuscire a realizzare una serie di 21 giorni consecutivi, senza interruzioni, di astenersi da qualsiasi tipo di lamentela.
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21 giorni senza lamentarsi
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Sarà facile? difficile? Perchè proprio 21 giorni? Vi dico subito che è molto difficile realizzare un digiuno ininterrotto di 21 giorni senza lamentarsi. La media giornaliera di lamenti di un uomo (0 donna), e di circa 20 lamentele al giorno. E qui bisogna realizzare una serie di 21 giorni consecutivi senza lamentarsi. Ad ogni lamento bisogna ripartire il conteggio da zero, ed iniziare una nuova serie. Perchè 21 giorni? perchè secondo una credenza della Moderna Psicologia, 21 giorni sono il tempo minimo per stabilire nell’uomo una nuova abitudine: in questo caso l’abitudine di non lamentarsi.
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Il Metodo di Will Bowen
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Il Pastore Bowen ha anche fornito ai suoi fedeli un metodo per aiutarli a realizzare questo scopo. Bisogna indossare un braccialetto di plastica color viola in cui sta scritto “Io Non Mi Lamento” per quanto riguarda gli Italiani, oppure “A Complaint Free World” per quanto riguarda gli Anglofoni, oppure “Un Mundo Sin Quejas” per quelli di lingua spagnola. Quindi autoosservarsi, e ogni qual volta ci si accorge di lamentarsi, bisogna spostare il braccialetto viola nell’altro polso e ricominciare il conteggio da capo. Capito come funziona? Certo è che ogni volta che ti accorgi di lamentarti e sposti il tuo bracciale viola di polso, acquisisci sempre maggiore forza, esperienza e convinzione.
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Le lamentele
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Cosa intende il Pastore Bowen per lamentele? O meglio, cosa comprende questo termine nei suoi vari significati? Con il termine generico di lamentele il pastore Bowen intende di astenersi da ogni tipo di lamentela, di vittimismo, di brontolio, di malcontento, di imprecazione, di recriminazione, di critica, di polemica,di giudizio, di protesta, di pettegolezzo. E’ un po troppo? Chissà, ma quello che è certo è che lamentarsi è diventata ormai un’abitudine, un diletto, un riflesso condizionato del quale non riusciamo più a farne a meno. Ci lamentiamo per il tempo, ci lamentiamo per il traffico stradale, della situazione economica, della politica, della salute, del proprio partner, degli amici, dei colleghi di lavoro, del lavoro sia che c’è , sia che manca, etc. . Per non parlare dei pettegolezzi che sono sempre all’ordine del giorno in ogni salotto.
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Louise Hay
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A proposito di pettegolezzi ecco un’esperienza diretta di Louise Hay, la famosa scrittrice americana del Pensiero Positivo. Agli inizi del suo percorso Louise Hay si accorse sulla propria pelle degli effetti nocivi del pettegolezzo. Quindi decise che si sarebbe astenuta da ogni forma di pettegolezzo. Disse la stessa signora Hay, che per un mese intero rimase completamente muta, non aveva proprio nient’altro da dire. Ma dopo quel mese cominciarono a manifestarsi gli effetti positivi di quel digiuno di gossip, e riusciva a parlare di nuovo, senza dover per forza spettegolare di qualcuno o con qualcuno. Fu per lei una grande lezione e una grande dimostrazione del condizionamento umano alle abitudini.
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Una precisazione
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